lunedì 8 giugno 2009

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Argentina, gli ambientalisti e la Monsanto
3.06.09
N.N.

Un articolo del Financial Times informa che il governo argentino sta subendo pressioni affinché vieti l’uso di un composto chimico usato nei diserbanti più venduti al mondo, dopo che una nuova ricerca ha scoperto che potrebbe essere dannoso alla salute umana.

Un gruppo di avvocati ambientalisti argentini ha presentato una petizione alla Corte suprema del Paese chiedendo che venga imposto un divieto di sei mesi sulla vendita e uso del glifosato, che è il prodotto base i di molti diserbanti, compresi alcuni della multinazionale Monsanto.

Il divieto, se approvato, significherebbe, secondo Guillermo Cal il direttore esecutivo dell’associazione argentina di aziende che producono fertilizzanti che “non si potrebbe fare agricoltura in Argentina”. L’Argentina è infatti diventata uno dei più grandi esportatori di cibo al mondo, per lo più grazie all’uso di sementi geneticamente modificate costruite per resistere al glifosato. Questo ha permesso, si legge nell’articolo, ai coltivatori di soia di aumentare il loro reddito seminando direttamente senza rimuovere la terra e quindi spruzzando il diserbante per uccidere le erbacce senza colpire il nuovo raccolto.

Il paese è il maggiore esportatore al mondo di olio di soia e il secondo per esportazioni di cereali, oltre ad essere il terzo per semi di soia. Il Glifosato è il diserbante più usato e gli agricoltori spendono ogni anno $450m per consumare i 150m che annualmente spruzzano sui loro raccolti, afferma Cal.

Qualsiasi divieto del glifosato potrebbe avere gravi conseguenze economiche: il già indebitato governo governo Argentino conta molto sulle tariffe imposte sulle esportazioni agricole.

“Sappiamo di stare fronteggiano Golia” dice ai giornalisti dell’FT Mariano Aguillar direttore esecutivo dell’associazione di avocati ambientalisti che ad Aprile di quest’anno ha presentato la petizione. L’associazione si è mossa sulle basi di una ricerca condotta da Andrés Carrasco, uno scienziato che lavora per l’istituto di ricerca pubblica Conicet. Secondo gli studi condotti da Carrasco anche solo piccolissime quantità di glifosato potrebbero causare malformazioni negli embrioni delle rane quindi, per estrapolazione, potrebbero avere conseguenze dannose per gli esseri umani.

“Ritengo che la classificazione di tossicità del glifosato sia troppo bassa… in alcuni casi questo può essere un veleno potente” ha dichiarato Carrasco al FT. Il ricercatore ha affermato che alcune persone, che abitano vicino a zone di produzione della soia, già dal 2002 hanno segnalato dei problemi, cioè un paio di anni dopo il primo grande raccolto fatto usando semi modificati geneticamente, il cui uso è stato approvato in Argentina nel 1996.

Ricerche condotte da altri scienziati e prove scientifiche presentati da alcuni attivisti locali mostrano un'alta incidenza di difetti alla nascita e di cancri nelle persone che vivono vicino alle zone dove i campi vengono spruzzati con disserbante. Uno studio condotto dal dottor Rodolfo Páramo, nella provincia agricola di Santa Fé ha segnalato 12 malformazioni in 250 nascite, un numero ben al di sopra del tasso normale.

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